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Lettera ai genitori il primo giorno di scuola 
Cari mamma e pap, io oggi comincio la scuola primaria. Divento ufficialmente uno scolaro. So quanto voi ci teniate a me e alla mia istruzione. So che studiare importante. Ma se possibile, vi consiglio di leggere queste piccole regole che ci permetteranno di capire che la scuola serve per la vita ma che non tutta la nostra vita.

1. Io non sono i voti che prendo. E voi neppure. Quindi se qualche volta prendo benino (e non bene), se la maestra mi mette qualche visto, se addirittura arriva a casa linvito a rifare qualcosa perch ho sbagliato tutto: calma e sangue freddo! Non morto nessuno, domani il sole continuer a sorgere nel cielo. E io ho diritto a fare qualche errore. Non controllate ossessivamente i miei voti, non chiedetemi sempre cosa ho preso nei compiti. Ve lo ripeto: io non sono i voti che prendo.

2. Non mi piace farvi la lista dei voti che hanno preso i miei compagni. Detesto quando mi chiedete chi ha preso pi di me e chi ha preso le insufficienze. Voi avete un figlio: me. Sono unico e speciale e non mi piace essere messo in classifica prima o dopo questo o quel compagno, in base ai voti ottenuti. Se non capite bene perch, rileggete il punto 1.

3. Al mattino, se possibile, rallentiamo le corse. A volte mi sembra di essere il vostro portachiavi. Mi svegliate, mi alzate, mi vestite, mi colazionate, mi lavate i denti, mi buttate sulla macchina. E lunica frase che riuscite a dire : Corri che tardi. Possiamo rallentare un po? Altrimenti al mattino sono cos stressato, che tra qualche settimana comincer ad avere mal di pancia o qualche altro disturbo psicosomatico.

4. Collegato al punto 3: bello svegliarsi al mattino con i volti dei tuoi genitori che sorridono. Con una bella canzoncina. Con una carezza sulla testa. Ma anche con la televisione spenta. Con i vostri cellulari ancora sconnessi. Cos abbiamo il tempo di dirci buongiorno. Poi magari vi racconto che ho un po di ansietta perch a scuola non so bene che cosa mi aspetta. Allora voi mi guardate negli occhi e mi fate un sorriso. Poi magari pap mi dice anche una barzelletta. E mamma mi fa un massaggino sulla pancia. E io, non so dirvi perch, comincio subito a stare meglio. E lansia scompare. E mi viene da ridere. E ho voglia di uscire di casa insieme a voi.

5. Quando mi accompagnate a scuola ricordatevi che io non parto per la guerra. E voi neppure. Perci, sul cancello di ingresso, basta un bacino e un saluto di buona giornata. Non serve che ci baciamo dieci volte, che ci abbracciamo venti volte. Che mi stringete la mano e poi la lasciate andare e poi la stringete di nuovo. Cos come non serve che rimaniate l sul cancello a vedere che salgo le scale che portano dal cortile allingresso delledificio. E non serve neppure che rimaniate l fuori dal cancello ad aspettare che io salga la rampa delle scale, entri nella mia classe e poi corra ai vetri della finestra della mia classe per farvi unennesima serie di saluti. E vero: i primi 2 o 3 giorni pu essere anche bello. Ma poi non serve pi. E ve lo do per certo: nel passaggio dal piano terra al primo piano state sicuri che non morir cadendo nel vuoto della tromba delle scale. Perci state sereni e andate al lavoro contenti. Quando suoner la campanella di fine scuole state sicuri che ci ritroveremo alluscita sorridenti. E saremo tutti sani e salvi.

Mi sembra che sia tutto. State tranquilli. La scuola mi far bene. E far tanto bene anche a voi. Crescere bello. (Alberto Pellai)

Gruppo: comunicazione|News # 285 | inserita il: 14/09/2017| Autore: Amici della Giustiniana


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