Nei giorni 12 e 13 ottobre 2018 si è tenuto il convegno "Didattica innovativa" a Rimini.
Si è trattato di un evento ricco, composto da due sessioni plenarie, 21 Workshop, 20 dibattiti, 40 laboratori e 4 aule digitali per un confronto tra gli esperti in materia di didattica a livello internazionale.
Una due giorni di dibattiti che ha visto professionisti del mondo della scuola e della formazione a tutto tondo riflettere su diversi tempi che oggi hanno impatto sulla didattica per una scuola innovativa sì, ma anche equa ed efficace per tutti: una scuola capace di fornire le basi e gli strumenti per tutti gli studenti per permettere loro di realizzare i loro progetti di vita e che sia in grado di rispettare le differenze di ciascuno e di valorizzare altresì i punti di forza.
Uno dei punti di riflessioni emersi nei vari dibattiti è che innovare la didattica non è costituito necessariamente dalla ricerca di una nuova metodologia o dall’adozione di nuovi strumenti, ma rappresenta anche il tentativo costante di sviluppare approcci, metodologie e strumenti utili ad aumentare la qualità stessa dei processi educativi che la scuola promuove.
Se da una parte si è sottolineata l'importanza del ruolo attivo nell'alunno per il successo della didattica innovativa (leggi articolo), allo stesso tempo è toccato al sottosegretario al MIUR Giuliano precisare che "il livello di digitalizzazione delle scuole non si misura sulla base degli strumenti a disposizione, che vanno considerati in quanto tali".
"Il grado di digitalizzazione" - ha proseguito il Sottosegretario - "va verificato in base all’uso degli strumenti disponibili finalizzati a proporre una didattica innovativa, più vicina al mondo degli studenti."
"Diventa, quindi, fondamentale, il ruolo dei docenti che devono, al fine suddetto, aggiornarsi e formarsi."