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DSA, "D" come distraibile, "S" come sensibile, "A" come anticonformista! 

La prima volta in cui Emma associ l'acronimo DSA a suo figlio Emanuele fu per lei come ricevere uno schiaffo dritto in faccia, perch si era "scontrata" con la paura, spaventata da quello che, per pura ignoranza, non sapeva esattamente cosa fosse.

Quel pomeriggio di 5 anni prima, Amedeo suo marito e lei uscirono dallo studio del neuropsichiatria infantile a cui si eravano rivolti dopo un anno a chiedersi cosa ci fosse in Emanuele che non andava, dicevo, uscirono come svuotati. Per Emanuele invece fu una vera e propria rivelazione, un riscatto, una rivincita, perch al primo incontro a 7 anni con il "dottore che sapeva leggere i tuoi pensieri e capirti" segu in lui un cambiamento radicale.

Finalmente aveva trovato qualcuno che sapeva esattamente come si sentiva quando faceva cos fatica a leggere tutte quelle lettere che non stavano mai ferme al loro posto sul libro di lettura o peggio sul quaderno, checch ne dicessero le maestre, quelle lettere si muovevano in continuazione, altroch!

Finalmente qualcuno capiva il fatto che non sapesse ancora allacciarsi le scarpe da solo, oppure andare spedito in bicicletta senza rotelle, o ancora non sapesse distinguere la destra dalla sinistra o ancora scrivere velocemente come i suoi compagni in stampatello copiando dalla lavagna.

Ebbene "quel dottore che sapeva leggere i tuoi pensieri e capirti" si proprio lui che non lo conosceva affatto, sapeva cos bene tante cose di Emanuele da farselo amico in brevissimo tempo. E fu per lui l'inizio di un percorso dove cadere faceva parte del percorso, dove vince chi gioca la partita con le carte che ha a disposizione, senza barare, dove essere "diverso" significa essere migliore, perch ognuno, pensa un po',ha il suo talento nascosto!

Emanuele aveva il suo, una memoria visiva ed uditiva da spavento e questo gli permetteva di fare collegamenti astratti in tempo reale! Col tempo tutta la famiglia prese confidenza con questo sconosciuto ospite di Emanuele che finalmente aveva un nome e un cognome, appunto DSA, meglio conosciuto come il disturbo specifico di apprendimento.

Detto cos ancora oggi a distanza di 5 anni ad Emma faceva ancora paura perch in quanto "disturbo" lo vedeva con un'accezione negativa, in quanto "specifico di apprendimento" lo vedeva riferito a "un preciso e definito apprendimento" e quindi limitato proprio dall'accezione negativa del termine "disturbo".

A 9 anni Emanuele conobbe un'altra "dottoressa che sapeva leggere i tuoi pensieri e capirti" pure lei in modo pi profondo degli altri adulti e cos la strada verso la costruzione della sua autostima, seppur faticosa e non senza capitomboli con graffi importanti nel suo animo di ragazzino, ogni giorno, dicevo, permise alla sua famiglia di crescere e di imparare da lui come si facesse alla "maniera DSA"...

Emma lo impar per prima... Emanuele le insegn che credere in se stessi era il primo passo verso la vittoria, si pu cadere certo, ma se vuoi un risultato da te stesso devi giocare pulito e dare il massimo sempre. Il risultato sar commisurato al tuo impegno nel raggiungerlo senza se e senza ma.

Erano orgogliosi di lui, tutta la famiglia ammirava quel ragazzino sensibile e caparbio al tempo stesso, lui che non si faceva sconti per primo, salvo poi cercare ogni tanto una "scorciatoia per riprendere fiato" perch era pur sempre un ragazzino.

E allora per tutti loro DSA divent semplicemente pi familiare cos, ovvero "D" come distraibile a 360 perch si stancava pi velocemente, costantemente attratto da tutto ci che gli ruotava intorno, "S" come sensibile, perch le loro parole sbagliate potevano distruggere la sua autostima faticosamente conquistata, "A" come Anticonformista, perch andava sempre controcorrente alla ricerca, suo modo e con le sue capacit, delle soluzioni ai problemi che incontrava sul suo cammino di giovane studente.

QI elevato certo, aveva detto quel neuropsichiatria, quindi il ragazzo ce l'avrebbe fatta!

Era questa la loro esperienza personale di genitori, non facile n scontata, la strada poi sarebbe stata ancora lunga, ma comunque decisero che avrebbero camminato insieme ad Emanuele, curiosi di vedere come sarebbe andata a finire...

In fondo il finale era ancora tutto da scrivere...

Gruppo: comunicazione|News # 673 | inserita il: 18/01/2019| Autore: Emanuela Cannella


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