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Ma con tutte queste regole non diventerň noioso? 

Quel pomeriggio all'uscita di scuola, Giorgio si prese l'ennesima lavata di testa da mamma Emma in macchina mentre erano diretti a nuoto.

La maestra di Giorgio, parlando con sua madre infatti, aveva riconosciuto che Giorgio, era si un simpatico ragazzino di 9 anni, molto allegro, vivace, brillante, un motore trainante per la classe ma, e qui sta la nota dolente, ultimamente non riusciva proprio a controllarsi durante le lezioni, Giorgio non capiva quando esagerava con le battute spiritose che facevano ridere tutti, ma proprio tutti in classe persino i muri, non si rendeva conto che disturbava continuamente la lezione, distraeva i compagni, insomma non aveva alcun freno.

Era indubbiamente molto bravo in tutte le materie, sempre preparato e studioso, aveva un lessico ricco di vocaboli ed una fantasia nel raccontare storie davvero impressionante, adorava la matematica le scienze, la storia, insomma era interessato a tutto. Ma bisognava assolutamente dare un taglio a questo suo comportamento burlesco ed istrionico che trascinava poi anche tutti i suoi compagni, contagiati da questa sua teatrale comicitŕ. A tal proposito la mamma di Giorgio ricordava perfettamente le parole della maestra di matematica al colloquio in prima elementare, quando con un sorriso che la sapeva lunga, le disse che Giorgio era un bambino intelligente, curioso, profondo ma anche molto, molto deciso e ostinato con una sua personalitŕ istrionica pronunciata giŕ a 6 anni per cui difficilmente da grande sarebbe stato a suo agio dietro ad una scrivania.

L'ironia era una sua caratteristica e il teatro sarebbe stato secondo la maestra una bella esperienza per far crescere questo suo talento comico.

Ma anche senza un corso di teatro Giorgio era diventato ormai un comico a tutti gli effetti, peccato che le sue esibizioni non fossero su un palco ma in una classe di 3°elementare con tutte le conseguenze del caso! Vulcanico, logorroico e pure polemico, giŕ, era proprio cosě a casa per fare i compiti non riusciva a stare seduto per piů di 5 minuti, no, non c'era proprio verso di stare fermo.

Era in perenne movimento da mattina a sera, ma era anche tanto tanto simpatico e non si poteva certo negarlo. Cosě quel pomeriggio in macchina mamma Emma, armata di santa pazienza, ricominciň con il solito elenco di regole sul comportamento da tenersi in classe e bla e bla e bla fino al punto in cui chiese a Giorgio se avesse ben chiaro l'argomento regole, visto che erano diverse volte che lo affrontavano in quel mese.

Silenzio, Giorgio non rispose subito, sembrava stranamente pensieroso, poi con calma cercando gli occhi di sua madre alla guida nello specchio centrale della macchina le rispose cosě:-Sai mamma, mi chiedevo se tutte queste regole alla fine non mi renderanno noioso; non mi fraintendere adesso, non ti arrabbiare, voglio dire che se noi bambini abbiamo una regola da seguire per ogni situazione mi sai dire quando facciamo esperienza per conto nostro, quando possiamo capire se non sbagliamo da soli? Devo cadere e farmi male per capire che non si corre forsennatamente, altrimenti io continuo a correre o no? Non mi basta sentirlo da te devo provarlo io e poi saprň cosa significa-

Emma era ammutolita ferma al semaforo che nel frattempo era diventato verde, scatenando una strombazzata di clacson delle macchine dietro di lei impazienti di ripartire.

E giŕ forse aveva ragione quel ragazzino, ma si aveva proprio ragione, perň non doveva certo passare il messaggio che tutto si puň sperimentare senza porsi delle regole di convivenza civile e di rispetto l'uno dell'altro.

Cosě Emma riconoscendo in quel bambino la sua stessa ansia di libertŕ gli rispose: - Sai Giorgio, immagino che io sia proprio noiosa quando ti ripeto in continuazione quelle regole di comportamento che conosci alla perfezione ma che ti stanno cosě strette, perché tu sei uno spirito libero che vuole fare esperienza da sé. Ma potremmo fare un accordo noi due, potremmo venirci incontro a metŕ strada con beneficio di entrambi. Magari se tu riesci a rispettare piano piano queste regole, io forse mi sto zitta e non ti annoio perché capisco lo sforzo che fai, anzi lo rispetto e lo apprezzo proprio perché vedo la fatica che stai facendo. Tu mostri di essere piano piano maturo e capace di controllarti, cosě io non ho bisogno di blaterare noiose regole in continuazione. Che ne pensi, si puň fare? -

Silenzio di nuovo, fonte corrugata per capire dove sia l'inganno, poi con calma Giorgio rispose:

-Mi sembra una proposta accettabile certo, ma comunque resto dell'idea che voi grandi siate proprio prigionieri di queste regole, sarebbe molto piů semplice invece essere se stessi, poi quando si sbaglia si rimedia e finisce lě. Non ti pare? Comunque proviamo, in fondo č una sfida pure questa e a me le sfide piacciono molto! -

Mah, chissŕ se Giorgio con i suoi 9 anni non abbia colto l'essenza dei rapporti fra le persone, dicendoci che essere se stessi sia la carta vincente sempre e comunque? Troppe regole in fondo impediscono di crescere, poche ma buone invece aiutano a stare in piedi da soli e a confrontarci con gli altri in maniera costruttiva.

Come dice il proverbio, sbagliando s'impara, e allora devo sbagliare!

Alla prossima puntata, cosě sapremo come sarŕ andata a finire la sfida fra Emma e Giorgio!

Io lo so giŕ, ma si accettano scommesse!

Gruppo: comunicazione|News # 685 | inserita il: 31/01/2019| Autore: Emanuela Cannella


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