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Finalmente sei tornato pap...  

Emma si svegli quella mattina del 13 dicembre, come ogni anno da ben 26 anni, con il cuore in tumulto e un'incontenibile rabbia da sfogare.

Quel giorno era l'anniversario di suo padre, lui aveva 62 anni quando mor, lei soltanto 23 quando si trov ad affrontare quella tranvata di dolore che la travolse come un tir. Travolse lei come devast sua madre che di anni ne aveva 53.

BPCO era la patologia da cui era affetto suo padre, quattro innocue lettere che nascondono la broncopolmonite cronica ostruttiva, praticamente un demone che alberga in te, ti ruba ogni giorno l'ossigeno dai polmoni, spezzandoti il fiato anche solo per alzarti dal letto.

Ogni movimento, ogni gesto deve fare i conti con questo demone che - no - non ti fa nessuno sconto.

Se poi ti ostini a fumare 2 pacchetti di sigarette al giorno, incurante degli ammonimenti dei medici pneumologi dai quali vieni trascinato ogni mese da moglie e figlia, allora vuol dire che hai scelto di non vivere la tua vita, togliendo anche a tua moglie e a tua figlia la libert di vivere la loro.

Cos Emma vide spegnersi suo padre dopo 45 giorni di rianimazione e fu per lei e sua madre un calvario di dolore tanto triste quanto crudele perch lui non aveva nessuna possibilit di salvarsi.

Assolutamente nessuna...

Negli anni a seguire Emma impar a gestire quel dolore, impar ad elaborare il suo lutto, cadde e si rialz innumerevoli volte, lesse moltissimi libri sull'argomento, ascolt tante esperienze simili alla sua, ma ogni anno puntualmente il 13 dicembre le accadeva la stessa cosa.

Si svegliava arrabbiata con lui, arrabbiata perch suo padre aveva scelto anche per lei, aveva scelto di non esserci nel suo futuro di ragazza, di donna, di madre ora con i suoi figli. Pi di tutto soffriva perch non aveva conosciuto i suoi nipoti, quanto gli somigliavano, soprattutto il maggiore era proprio il suo ritratto nel carattere, negli occhi penetranti, scuri e profondi, nella sua testardaggine, nella sua ostinazione, nella sua bont d'animo...

Ci aveva provato certo a smettere di fumare, tante volte ma non c'era riuscito ed alla fine si era arreso.

Suo padre aveva perduto tutto della vita di Emma dopo i 23 anni e questo lei non poteva accettarlo, non ce la faceva proprio a perdonarlo, anche se ci provava da 26 anni, ad ogni anniversario puntualmente la rabbia per essere rimasta sola riaffiorava, prepotentemente.

Quel 13 dicembre era domenica ed Emma and a messa con i suoi figli come sempre. Quel giorno entrando si diresse d'istinto verso un banco semivuoto dove c'era seduto un signore ben vestito di una certa et con un cappello in grembo.

Era solo e sembrava assorto nei suoi pensieri tanto da non accorgersi del trambusto che fecero i suoi figli entrando nel banco, litigando puntualmente su chi dovesse sedersi accanto ad Emma a destra e a sinistra. Alla fine lei si ritrov accanto a quell'uomo e i ragazzi alla sua sinistra.

Durante la messa Emma non riusciva a staccare gli occhi da quel signore cos assorto e pensieroso, lo immaginava preoccupato per qualcuno a lui caro, cos si commosse quando lo vide prendere un fazzoletto lindo e ben piegato dalla tasca del cappotto ed asciugarsi due lacrime che scendevano gi, rotolando verso i baffi ben curati.

Era quello il momento del Padre Nostro ed il sacerdote invit i fedeli a prendersi per mano nel recitare questa meravigliosa preghiera che ti apre il cuore e ti fa sentire tutto l'amore di un figlio per suo padre.

Emma si ritrov occhi negli occhi con quell'uomo cos mite, si scambiarono un timido sorriso come se si riconoscessero l'un l'altra, le loro mani la destra e la sinistra si avvicinarono poi si strinsero con delicatezza, e insieme iniziarono a recitare il Padre Nostro; in quel momento Emma avvert la presenza di suo padre, comprese improvvisamente che non l'aveva mai abbandonata le era sempre stato vicino, sempre ogni volta in ogni occasione lui c'era.

Claudio, Nicola, Giorgio, Salvatore, tutti loro erano stati per Emma i suoi "pap" in prestito, tutti loro avevano avuto quel sentimento profondo di amore paterno verso di lei pur non essendo figlia loro.

Alla fine del Padre Nostro poi si abbracciarono senza dirsi altro se non un timido grazie ed Emma non ebbe pi alcun dubbio, quell'uomo in quel momento era stato suo padre e lei era stata sua figlia...

Al momento della Comunione Emma and con i ragazzi verso l'altare con una grande serenit nell'animo, quel dono inatteso era preziosissimo, aveva compreso la grandezza del Signore che dona pi di quanto prende...

Tornando con i ragazzi verso il banco intravide avviarsi in fondo alla chiesa e prossimo all'uscita quell'uomo ormai a lei cos caro. Era ancora di spalle col cappello in mano, ma quasi avvertendo lo sguardo di Emma su di lui si volt, le sorrise, si fece il segno della croce, poi la salut con garbo con un piccolo cenno del cappello sul capo ed usc.

Emma fremendo attese la benedizione del sacerdote poi di corsa con i ragazzi raggiunse l'uscita ma l fuori non c'era nessuno ad attenderla.

I ragazzi la guardavano incuriositi e pure un po' preoccupati.

Emma sorrise loro, non era affatto triste sapeva con certezza che "suo padre" sarebbe certamente tornato quando lei ne avesse avuto bisogno.

Ora sapeva come riconoscerlo, bastava guardarlo negli occhi e non avrebbe pi avuto alcun dubbio...

Gruppo: comunicazione|News # 735 | inserita il: 19/03/2019| Autore: Emanuela Cannella


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