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Una pedalata inaspettata!  

"Mamma, mi hai promesso un giro in bicicletta oggi pomeriggio, andiamo allora?"

Eccomi qui stasera alle 19.00 con le spalle al muro: ho di fronte mio figlio Giulio e la promessa fatta a lui alle 7.00 di questa mattina di portarlo a fare un giro in bici, la sua nuova bici, nel nostro comprensorio, totalmente ignara stamattina della giornata infernale che mi sarebbe toccata in sorte...e lui come una cambiale giunta alla scadenza č qui puntuale a ricordarmi la promessa fatta!

Non so per voi, ma per me riprendere il ritmo lavoro, scuola, casa, traffico, marito, figli, nonna e non necessariamente in questo ordine, ma fa nulla perché sempre di turbinoso caos si tratta, dicevo per l'appunto che riprendere le fila della mia frenetica esistenza non č certo uno scherzo, dopo le vacanze appena trascorse.

Mi sembra di non potercela proprio fare, mi manca il respiro, mi manca la terra sotto i piedi!

Immagino sia cosě per tutti noi, anzi lo so per certo che sia cosě per cui penso "mal comune, mezzo gaudio" e proseguo, sperando di riprendermi, prima o poi...

Tornando a mio figlio Giulio č lě che mi osserva, vestito di tutto punto con il completo da ciclista, "calzoncini imbottiti" e maglietta con tasca posteriore sulla schiena per la bottiglietta d'acqua, di un azzurro acceso come i suoi occhi con cui mi guarda fisso...

In quegli occhi belli intravedo l'entusiasmo di un ragazzino ha il sacrosanto diritto di giocare, di divertirsi, di fare esperienza, un entusiasmo ed una gioia che io non posso proprio deludere per cui, raccolte le briciole delle ultime energie rimaste, vestita esattamente come la mattina per andare in ufficio con sandali bassi con laccetto alla caviglia, pantalone palazzo carta da zucchero e camicetta bianca fru fru, un po' stropicciata ormai, lo guardo dritto pure io negli occhi e sorridendo gli dico:

- Sei pronto ragazzo mio, allora andiamo! -

Giulio ha capito perfettamente la situazione, percepisce la mia stanchezza, mi si legge in faccia evidentemente, tenta di farmi desistere, ma io insisto per andare e alla fine lui cede, scendiamo in garage, prendiamo le nostre bici e saliti in sella iniziamo a pedalare insieme, davanti io, dietro di me Giulio, al settimo cielo.

Č talmente felice che non smette un attimo di parlare, mi chiede come si usa il cambio, in salita quale rapporto deve usare, in discesa poi, e bla, bla, bla...

Poco alla volta mi lascio andare, inizio a sentire l'aria fresca della sera sul viso, Giulio č molto giudizioso in bici, ascolta attentamente le mie parole, frena al momento giusto all'incrocio, dŕ la precedenza alle auto, ai pedoni, ai cani pure, ride e urla felice che č la piů bella pedalata della sua vita questa ed io mi ritrovo all'improvviso bambina, a 10 anni, mentre imploro mia madre di lasciarmi ancora andare in bicicletta altri 10 minuti, quando quel pomeriggio č solo da 2 ore che scorrazzo nei giardini sotto casa nostra e di rientrare a casa non se ne parla proprio!

Io e la mia bici siamo stati un binomio indissolubile per quasi 5 anni, dagli 8 ai 13 anni ho praticamente passato tutto il mio tempo libero nella bella stagione fuori casa a pedalare ovunque potessi farlo!

Questa sera ho ritrovato quella bambina che sono stata, ho rivissuto quella gioiosa libertŕ che la bicicletta mi ha regalato e ho visto la stessa gioisa libertŕ sprigionarsi in mio figlio...

Ho vissuto appieno un "ora e adesso" preziosi, ho vissuto e voglio vivere nella mia vita tutto quello che non posso e non voglio certo lasciar andare cosě come se mi scivolasse di dosso, perché ogni attimo di questa vita č prezioso ed unico, il suo valore sta nel momento stesso in cui lo vivo ed allora tutto ha un senso, tutto ha un suo perché...

Vivi alla grande, coraggio!

Gruppo: comunicazione|News # 846 | inserita il: 18/09/2019| Autore: Emanuela Cannella


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